giovedì 24 ottobre 2024

Sostenibilità ambientale dell’AI

L'intelligenza artificiale (IA) in sé non consuma acqua potabile direttamente, poiché è un software che opera su hardware. Tuttavia, il funzionamento dei data center che ospitano i server utilizzati per l'IA richiede energia e, in molti casi, anche acqua per il raffreddamento. 


Il consumo di acqua nei data center può variare notevolmente a seconda della loro progettazione, della tecnologia utilizzata e della posizione geografica. Alcuni data center utilizzano sistemi di raffreddamento ad acqua.


Questo è un tema di crescente interesse e preoccupazione, soprattutto in relazione alla sostenibilità e all'impatto ambientale delle tecnologie digitali.


In un contesto di uso intensivo, i data center possono consumare una quantità significativa di acqua per il raffreddamento. Anche se le cifre possono variare ampiamente, alcune stime indicano che un data center di grandi dimensioni può utilizzare tra i 2 e i 5 litri di acqua per ogni megawattora (MWh) di energia elettrica consumata.


Per dare un'idea più concreta, se consideriamo un data center che consuma 1 megawatt di potenza (che è una misura comune per i data center di grandi dimensioni), il consumo d'acqua potrebbe variare da circa 0,5 a 1,5 litri al minuto, a seconda dell'efficienza del sistema di raffreddamento e delle condizioni ambientali.


Quindi, in un contesto di uso intensivo, un grande data center potrebbe consumare centinaia o migliaia di litri di acqua al minuto, a seconda della sua dimensione e dell'intensità dell'uso. Tuttavia, è importante notare che queste sono stime generali e possono variare notevolmente.


Non esiste un numero preciso e ufficiale riguardo al totale dei data center dedicati specificamente all'intelligenza artificiale (IA) nel mondo, poiché molti data center ospitano una varietà di applicazioni e servizi, non solo quelli legati all'IA.


 Tuttavia, è noto che il numero di data center è in crescita, in particolare a causa della crescente domanda di servizi cloud e di capacità di elaborazione per applicazioni di IA.


Alcune stime suggeriscono che ci siano migliaia di data center in tutto il mondo, con una concentrazione significativa in regioni come Nord America, Europa e Asia. Grandi aziende tecnologiche come Google, Amazon, Microsoft e IBM hanno investito enormi risorse nella costruzione di data center per supportare le loro piattaforme di IA e servizi cloud.


Inoltre, ci sono anche data center specializzati progettati specificamente per l'elaborazione di carichi di lavoro di IA, che possono includere hardware ottimizzato come GPU e TPU.


Per avere un'idea più chiara, potresti considerare che ad oggi si stima che ci siano circa 12.000 data center nel mondo, ma questo numero è in continua evoluzione. 


venerdì 24 novembre 2023

Premio “uomini illuminati” 2023

 


Premio “uomini illuminati” - Edizione 2023

 

Massimiliano De Cinque di Olgiate Olona (VA) tra le persone scelte nel 2023 per ricevere il riconoscimento “uomo illuminato” da parte degli Stati Generali delle DonneLa cerimonia si svolgerà sabato 25 novembre presso la sala Ugo Foscolo dellUniversità degli Studi di Pavia.

Digital Sherpa è lo pseudonimo usato per aiutare le persone a superare le difficoltà legate al digitale, presente nella coalizione di progetti approvati da Repubblica Digitale e tra i progetti più votati in Lombardia 2030 - Open Innovation.

 

Mi occupo di intercettare e riutilizzare apparecchiature informatiche dismesse da privati e aziende per realizzare iniziative solidali sensibilizzando i cittadini al riuso come strumento per salvaguardare l’ambiente; ogni anno 300 dispositivi ricondizionati e donati gratuitamente, almeno il doppio quelli su cui presto assistenza pro-bono. Le persone che si rivolgono a me sono principalmente Donne, spesso mamme preoccupate di fornire ai loro figli i dispositivi per la scuola, soprattutto nei casi in cui ragazzi con bisogni speciali non ricevono dalle istituzioni gli strumenti necessari.

Ha realizzato varie iniziative a beneficio della comunità, svolgendo attività di volontariato e promuovendo progetti di interesse collettivo, come corsi di informatica, incontri contro la prevenzione delle truffe online le cui vittime sono spesso Donne anziane, laboratori in cui insegno anche alle ragazze come ricondizionare dispositivi elettronici. Sono sempre stato attento alle esigenze delle Donne, cercando di trovare soluzioni concrete ai loro problemi, ponendo attenzione all’importante ruolo che rivestono nella società.

Quest'anno nell'ambito della VII edizione del Premio “Uomini illuminati” è stata presa la comune decisione di conferirmi il Premioprezioso riconoscimento promosso dagli Stati Generali delle Donne, nato nel 2017 e legato al percorso “Ottomarzotuttol’anno” di Sportello Donna, Fondazione Gaia e degli Stati Generali delle Donne con il Patrocinio dell’Università di Pavia e della Commissione Europea.

Gli “Uomini illuminati “sono uomini eccellenti, che lavorano per le donne e al loro fianco, che sono attivi nei loro incarichi di governo come in qualsiasi luogo di lavoro in cui si trovano ad operare per realizzare una democrazia paritaria sostanziale. Il Premio nasce dalla consapevolezza che finché il dibattito di genere rimane confinato alle donne, anche l’impegno per il raggiungimento della parità sarà solo una lotta delle donne e non andrà lontano.

Il “genere” non è solo questione di pari opportunità̀, giustizia oeguaglianza per le donne e per gli uomini. La parità̀ di genere èsoprattutto una questione di sviluppo economico e sociale con al centro il lavoro delle donne, la loro capacità generatrice e rigeneratrice, la formazione, le competenze in un’alleanza con gli uomini che siano capaci di introiettare l'alto valore sociale di questo impegno per vincere insieme la sfida del futuro.

I recenti fatti di cronaca ci raccontano di tendenze primitive che connettono la sessualità alla sopraffazione e alla dominanza. È compito della cultura e dei singoli individui tendere verso relazioni positive, condivisione e cooperazione; ed è soltanto la capacità di amore paritario e maturo che contraddistingue una relazione sana. 

Nel contesto delle società antiche, dove la sopravvivenza spesso dipendeva dalla solidarietà e dalla cura reciproca, come sottolineò l’antropologa Margaret Mead, le donne svolgevano un ruolo fondamentale. La cura per chi subiva un trauma, come un femore rotto, richiedeva dedizione e attenzione costante, aspetti che spesso erano affidati alle donne. L'atto di assistere gli altri in momenti difficili segna il punto esatto in cui inizia la civiltà. 

Aiutare gli altri nelle avversità rappresenta la linfa vitale da cui scaturisce la civiltà. Questo concetto si riflette nella manifestazione di rispetto verso gli altri, nella coesione sociale e nel senso di comunità, che emergono come elementi cardine all'interno della società. Perfino gesti come la donazione di un computer rigenerato a chi ne ha bisogno sono considerati atti di civiltà, poiché incarnano il principio fondamentale di mettersi al servizio degli altri."

La dott.ssa Isa Maggi del Coordinamento nazionale degli Stati generali delle Donne scrive: “Questi sono i motivi per cui il Premio Le è stato conferito, perché l’impegno nella Sua azione quotidiana su queste tematiche è visibile e incisivo.”

Massimiliano De Cinque Digital Sherpa

giovedì 3 agosto 2023

Phishing FB: "Guarda chi è appena morto in un incidente..."

 Hai ricevuto il messaggio su Facebook che dice: 

"Guarda chi è appena morto in un incidente..."? 

 

 Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone e testo



Uno dei tuoi amici Facebook ha mandato un messaggio che inizia con "Guarda chi è appena morto...". La curiosità potrebbe costare caro, una volta cliccato, scoprirai nessuna informazione su chi è morto e probabilmente diventerai una vittima di phishing.

Aperto il messaggio, ti verrà chiesto di accedere nuovamente e i truffatori potranno visualizzare le tue credenziali e rubarle. Probabilmente una volta aperto il messaggio, il tuo computer sarà vittima di un malware che invierà lo stesso messaggio ai tuoi amici di Facebook utilizzando il tuo account.

IL truffatore avrà il controllo TOTALE del tuo account e potrà cambiare la password, bloccarti fuori dal tuo account in quanto amministratore.

Se hai ancora accesso al tuo account Facebook vai in impostazioni di sicurezza e disconnettiti da tutti i dispositivi che non riconosci. Inoltre, puoi controllare quali indirizzi email sono collegati al tuo account. Se vedi un indirizzo email sconosciuto, eliminalo, cambia immediatamente la tua password in modo che all'hacker venga richiesto nuovamente l'accesso.

Inoltre, assicurati di attivare l'autenticazione a due fattori su Facebook. In questo modo riceverai una notifica ogni volta che c'è un tentativo di accesso sospetto sul tuo account.

Affrettati a fare una scansione malware, ci sono numerosi programmi che lo fanno egregiamente.

Massimiliano De Cinque "Digital Sherpa"

venerdì 10 marzo 2023

Storie di preadolescenti, cellulari e social media

Quando i nostri ragazzi e ragazze sbagliano e diventano i figli di tutti...

Succede che in paese venga organizzato un incontro con Digital Sherpa sulla Web Reputation. “Pensa… poi posta” è il titolo che si legge sull’invito rivolto a tutta la cittadinanza. E’ venerdì sera alle 18 (febbraio 2023) e il pubblico è molto eterogeneo. Alcuni ragazzi e ragazze in prima fila che frequentano le scuole medie, alcuni adolescenti che frequentano le scuole superiori, diversi adulti tra i quali professionisti, pensionati e tanti genitori interessati all’argomento.

I ragazzi in prima fila ascoltano con attenzione all’inizio ma poi si distraggono un po’: è sera e hanno già affrontato una giornata piena tra scuola e sport e in più li aspetta, dopo questo incontro, una cena tra amici e un altro appuntamento in oratorio. Si parla di Web Reputation nel loro mondo di nativi digitali che spesso non riescono a distinguere la realtà dei social media dalla realtà vera. 

Ma si parla anche di Web Reputation nel mondo degli adulti, nel mondo del lavoro e per quanto concerne i grandi brand che utilizzano web e social per comunicare e fare marketing. E questa parte forse li annoia un po’ e li porta ad allontanarsi per un attimo dall’argomento e pensare ad altro. Si torna poi a parlare della responsabilità nell’utilizzo dei social, di come anche un like sotto un commento offensivo possa avere implicazioni giuridiche e legali. 

Si parla di quanto sia importante pensare con attenzione ai contenuti che si postano sui social, dandoli letteralmente in pasto al mondo, per evitare di dare un’immagine di sé e degli altri fuorviante, negativa o semplicemente diversa da come si è nella realtà di tutti i giorni.

Tanti interventi dei presenti e tante domande a Digital Sherpa per concludere questo interessante incontro che lascia a tutti tanta voglia di approfondire e il pensiero fisso che dovremmo parlarne di più ai nostri giovani, a partire dalle scuole medie, anche all’interno delle classi che frequentano tutti i giorni. 

Molti di loro hanno in mano tutti i giorni strumenti potentissimi come cellulari e tablet, armi che abbiamo messo noi nelle loro mani, e sarebbe nostro dovere insegnare loro come usarli consapevolmente, spiegando loro i rischi ai quali potrebbero esporre se stessi e i propri amici.

Succede poi, pochi minuti dopo aver concluso questo incontro, che uno dei ragazzi si ritrovi in mezzo a tantissimi amici dopo aver cenato insieme. Sono in una grandissima sala piena di chiacchiere e rumori.

 Ci sono anche tanti adulti e ragazzi più grandi e a breve inizierà l’incontro programmato che porterà il silenzio e che spazzerà via i cellulari che invece, in questa fase post cena, sono accesi tra le mani di molti di loro.

Succede che questo ragazzo filmi con il suo cellulare i suoi amici: una carrellata di volti felici e sorridenti e domande divertenti tipo “Mi racconti la tua daily routine?”. Gli intervistati rispondono, scherzano, ridono.

Succede che due di questi ragazzi dicano delle cose inappropriate per il contesto. Nulla rivolto ad altri coetanei, nessuna provocazione o atto che ricordi lontanamente il bullismo. Frasi che probabilmente abbiamo detto anche noi alla loro età, con la differenza che negli anni 90 non c’era nessuno che potesse immortalare il momento su un cellulare. 

Succede che questo ragazzo, con ingenuità e senza aver percepito il pericolo, condivida questo filmato sul suo stato WhatsApp con l’obiettivo di far vedere quanto siano divertenti i suoi amici e questi momenti insieme. Fine della serata. 

Breve flash back: “I contenuti postati sul web attraverso i social, gruppi WhatsApp compresi, sono e rimarranno indelebili!” ci aveva detto poco prima Digital Sherpa. Una foto o un filmato divulgato attraverso un social media rimarrà per sempre in circolo, visualizzato, ripostato, condiviso e salvato su altri dispositivi senza possibilità di eliminarlo o bloccarlo. Succede che imparerò il giorno dopo che invece un contenuto condiviso attraverso il proprio stato di WhatsApp non possa essere ripostato, salvato o ricondiviso ma possa essere solo visualizzato; imparerò che in questo singolo caso tale contenuto possa essere quindi eliminato dal proprio stato senza che ne rimanga traccia.

Succede che la mattina dopo una mamma chiami un'altra mamma per avvisarla che suo figlio ha messo sul suo stato WhatsApp questo filmato dove si possono sentire queste due frasi sbagliate pronunciate da due amici. 30 visualizzazioni, solo 30. Cancellare subito dallo stato. Fatto! Paura, disagio, panico. Il ragazzo capisce subito che ha sbagliato, che ha messo in cattiva luce se stesso e i suoi amici. Preso dall’ansia mentre piange e subisce la ramanzina dei genitori, arrabbiati ma consapevoli che nessuno si è fatto male e che la situazione può essere gestita e tenuta sotto controllo, elimina il filmato anche dal suo cellulare. 

Da quel momento nessuno potrà più rivederlo. 30 visualizzazioni che forse sono diventate 32 dopo che i due genitori lo hanno guardato alla ricerca spasmodica di quei due singoli momenti in cui quel filmato si trasforma in qualcosa che non voleva essere, in qualcosa che nessuno voleva diventasse.

Succede che le due mamme si interroghino se sia o meno il caso di avvisare i genitori dei due ragazzi che pronunciano queste due frasi infelici. Succede che convengano che non è il caso e che si troverà il modo di responsabilizzare il ragazzo che ha girato e messo sul proprio stato il video e, attraverso di lui, i due amici che in un momento di relax e divertimento si lasciano sfuggire qualche parola di troppo.

E’ una piccola bolla in cui la leggerezza commessa da questi ragazzi è lì che si muove tra la consapevolezza che “in fondo non è mica morto nessuno” e il “non bisogna sottovalutare questi episodi perché domani potrebbe succedere qualcosa di più grave”.

Succede che questa piccola bolla diventi in poco tempo una bolla più grossa dove la leggerezza diventa errore, dove la comprensione dell’accaduto diventa giudizio. E succede così che il danno che non ha fatto il filmato, visualizzato da poche persone, lo facciano le parole e i racconti di quei pochissimi tra i pochi che il filmato lo hanno visto con attenzione. 

Le frasi sbagliate vengono ripetute, i ragazzi individuati e nominati dagli adulti e, di conseguenza, anche dagli altri ragazzi. Pochi giorni di chiacchiere e analisi maldestre dell’accaduto e la bolla si sgonfierà; tutto tornerà alla normalità e succederanno altre cose belle che spazzeranno via il pensiero di quel filmato e di quella leggerezza commessa dai nostri ragazzi in un momento di svago.

Succede però che ci si domandi cosa abbiamo imparato da questo episodio noi adulti e cosa hanno imparato o impareranno i nostri ragazzi. Succede che abbiamo imparato che bisogna parlarne di questi episodi perché la leggerezza commessa da uno possa evitare che l’altro la commetta pochi giorni dopo; che bisogna parlarne nel modo giusto, senza additare nessuno e senza giudizio, senza creare un tam tam di voci che ingigantisca e peggiori le cose; che bisogna informare sin dalle scuole medie i nostri preadolescenti che utilizzano un cellulare ad usarlo consapevolmente e che dovrebbe esserci un Digital Sherpa in ogni scuola a fare formazione sull’argomento.

E poi mi sono fermata a pensare a quella vocina che fluttuava tra il “in fondo non è mica morto nessuno” e il “non bisogna sottovalutare questi episodi perché domani potrebbe succedere qualcosa di più grave”. Ho ipotizzato un contesto diverso, magari quello di una palestra dove un ragazzo filma i compagni che esultano dopo una vittoria. Senza rendersene conto il ragazzo filma un compagno di squadra che non si è accorto di cosa sta succedendo intorno a lui e si sta cambiando, magari dando le spalle ai compagni. 

Nel filmato si vede questo compagno che mostra una parte del suo corpo nuda che non mostrerebbe mai di proposito durante un video. Questo filmato viene postato sul gruppo WhatsApp della squadra e subito ripostato su altri gruppi.

Qualcuno trova divertente il dettaglio della nudità dell’inconsapevole ragazzo e lo posta su un social e poi su un altro. Il video è diventato indelebile e virale: in pochi click raggiunge un’intera scuola, un paese, una comunità. Il ragazzo è sulla bocca di tutti e le settimane successive saranno difficili per lui e avrà bisogno del sostegno di tutti, adulti e ragazzi, per uscire da questa situazione di imbarazzo e sovraesposizione. 

Ma forse avrà bisogno di aiuto anche il ragazzo che il video lo ha girato e poi inconsapevolmente condiviso, dando il via a questa catena che lo ha reso virale. E’ lui il colpevole del disagio e della sofferenza del compagno di squadra; è lui che deve chiedere scusa per l’errore commesso, prima ancora di tutti coloro che ridono guardando il video e contribuiscono alla sua ulteriore diffusione. Ed è qui che la mia riflessione ultima prende corpo.

Quando i nostri ragazzi e ragazze fanno qualcosa di bello che ci rende orgogliosi di loro, quando aiutano una persona in difficoltà, quando si impegnano a scuola o nel loro sport, quando ci aiutano nelle difficoltà di tutti i giorni o ci dimostrano di aver imparato qualcosa di nuovo e utile per il loro futuro… in quei momenti sono i NOSTRI figli o figlie.

Quando sbagliano, quando fanno qualcosa che non avrebbero dovuto fare, quando mettono in pericolo o in cattiva luce se stessi o i loro amici, quando agiscono con leggerezza senza pensare alle conseguenze… in quei momenti sono i figli o le figlie DI TUTTI.

Noi adulti abbiamo il compito delicato di fare rete unita intorno a loro in questi momenti, supportandoli e aiutandoli a superare un momento difficile, attutendo dove è possibile le conseguenze, consentendo loro di imparare dagli sbagli per evitare in futuro di commetterne di simili. Ne commetteranno altri di diversa natura dai quali impareranno altre cose ancora. E così via.

I nostri ragazzi e ragazze vanno supportati e compresi soprattutto nel momento in cui commettono un errore perché è proprio in quei momenti che diventano i figli di tutti noi. Se noi adulti per primi comprenderemo questo meccanismo sarà allora che potremo definirci davvero una comunità, che sia scolastica, sportiva o geografica.

Una comunità protegge i propri figli e li aiuta a reagire alle difficoltà e ad affrontare le conseguenze di un errore con la testa alta di chi ammette i propri sbagli e sa anche chiedere scusa.

Preadolescenti, cellulari e social media. Abbiamo una lunga, lunghissima, strada davanti da percorrere insieme.

Laura Zocchi (autrice  dell'articolo)






sabato 10 dicembre 2022

Blog e LinkedIn: accoppiata vincente.

 

I blog sono, insieme ai social network, strumenti fondamentali per promuovere se stessi attraverso articoli dedicati sia al racconto dei nuovi progetti e dei nuovi prodotti, sia ad argomenti rilevanti per il proprio settore, sia ancora come interazione e confronto.


Scrivere contenuti pertinenti e di rilievo è un modo ideale per aumentare la quantità di visite e il ranking (la posizione nella classifica dei motori di ricerca).

I contenuti condivisi con regolarità sui social network con il link agli articoli del blog convogliano su di esso i contatti della propria rete (followers)

Un blog aggiornato regolarmente può svolgere un ruolo fondamentale nel successo della strategia SEO.

Per questo progetto è stato chiesto di creare un blog personale e un profilo LinkedIn da utilizzare per condivide i contenuti pubblicati sul blog. LinkedIn consente di creare una rete e costruire un network professionale. 

Fondamentale riuscire a costruire una propria rete di contatti, ma anche allargarla progressivamente in modo da aumentare le interazioni.

Linkedin ha uno strumento specifico per monitorare la bontà del proprio profilo (Social Selling Index), attraverso quattro categorie principali su cui occorre lavorare:

  • ·         Creazione del brand personale (costruire la propria web reputation)
  • ·         Trovare le persone giuste (allargare la rete di contatti)
  • ·         Interagire con informazioni rilevanti (contenuti del blog personale)
  • ·         Costruire relazioni (interagire con la propria rete)

Un profilo LinkedIn è quanto di più vicino esiste ad un curriculum online e oggi i recruiter lo utilizzano per trovare più velocemente i profili richiesti dalle aziende, un buon profilo che descrive le proprie abilità evidenzia i benefici che riceverebbero le persone o le aziende collaborando con te.

Imparare a creare contenuti interessanti e saperli diffondere consente di acquisire competenze convergenti tra loro che potranno risultare utili nel mondo del lavoro, soprattutto nei primi di anni di lavoro (i più colpiti sono proprio i giovani tra i 15 e i 34 anni)

mercoledì 12 gennaio 2022

Metaverso

Il #metaverso sarà pieno di "#elfi"
 
Alcuni dicono che il metaverso non è altro che hype di marketing, mentre altri insistono sul fatto che trasformerà la società. Cado in quest'ultimo campo, ma non sto parlando di mondi di cartoni animati pieni di avatar come molti stanno lanciando.
 
Invece, credo che il vero metaverso – quello che cambierà la società – sarà uno strato di aumento del mondo reale, e entro 10 anni sarà il fondamento delle nostre vite, influenzando tutto, dallo shopping e dalla socializzazione agli affari e all'istruzione.
 
 
I fornitori di piattaforme saranno in grado di manipolare i consumatori in modi che faranno sembrare pittoreschi i social media. La maggior parte delle persone si preoccupa sulla raccolta dei dati e sulla privacy, ma trascurano quella che sarà la tecnologia più pericolosa nel metaverso: l'intelligenza artificiale.
 
In effetti, se chiedi alle persone di nominare le tecnologie di base del metaverso, di solito si concentreranno sugli occhiali e forse menzioneranno i motori grafici, il 5G o persino la blockchain. Ma questi sono solo i dadi e i bulloni del nostro futuro immersivo: la tecnologia che tirerà le fila del metaverso, creando (e manipolando) la nostra esperienza, è l'intelligenza artificiale.
 
L'intelligenza artificiale sarà altrettanto importante per il nostro futuro virtuale quanto le cuffie che attirano tutta l'attenzione. E la parte più pericolosa del metaverso saranno agenti artificiali guidati dall'agenda che sembrano e agiscono come gli altri utenti, ma in realtà sono personaggi simulati controllati dall'IA. Ci coinvolgeranno in una "manipolazione conversazionale", prendendoci di mira per conto di inserzionisti paganti senza che ci rendiamo conto che non sono reali.
 
Ciò è particolarmente pericoloso quando gli algoritmi di intelligenza artificiale hanno accesso ai dati sui nostri interessi e convinzioni personali, abitudini e temperamento, il tutto monitorando il nostro stato emotivo leggendo le nostre espressioni facciali e inflessioni vocali.
 
Se pensi che gli annunci mirati nei social media siano manipolativi, non è nulla in confronto agli agenti conversazionali che ci coinvolgeranno nel metaverso. Ci presenteranno più abilmente di qualsiasi venditore umano, e non sarà solo per venderci gadget - spingeranno la propaganda politica e la disinformazione mirata per conto del miglior offerente.
 
E poiché questi agenti di intelligenza artificiale sembreranno e suoneranno come chiunque altro nel metaverso, il nostro naturale scetticismo verso la pubblicità non ci proteggerà. Per questi motivi, dobbiamo regolare gli agenti conversazionali guidati dall'intelligenza artificiale, specialmente quando hanno accesso ai nostri effetti facciali e vocali, consentendo alle nostre emozioni di essere utilizzate contro di noi in tempo reale.
 
Se non regolamentiamo questo, gli annunci sotto forma di avatar basati sull'intelligenza artificiale percepiranno quando sei scettico e cambieranno tattica a metà frase, concentrandosi rapidamente sulle parole e le immagini che ti influenzano personalmente. Come ho scritto nel 2016,se un'IA può imparare a battere i migliori giocatori di scacchi e Go del mondo, imparare a influenzare i consumatori a comprare cose (e credere a cose) che non sono nel nostro interesse è un gioco da ragazzi.
 
Ma di tutte le tecnologie che si sono dirette verso di noi, è quello che io chiamo "elfo" che sarà la forma più potente e sottile di coercizione nel metaverso. Questi "facilitatori di vita elettronica" sono la naturale evoluzione di assistenti digitali come Siri e Alexa, ma non saranno voci disincarnate nel metaverso. Saranno personaggi antropomorfizzati personalizzati per ogni consumatore.
 
I fornitori di piattaforme commercializzeranno questi agenti AI come life coach virtuali e saranno persistenti per tutta la giornata mentre navighi nel metaverso. E poiché il metaverso alla fine sarà uno strato di potenziamento sul mondo reale, questi elfi digitali saranno con te ovunque, sia che tu stia facendo shopping o lavorando o semplicemente uscendo.
 
E proprio come gli agenti di marketing sopra descritti, questi elfi avranno accesso alle tue espressioni facciali e inflessioni vocali insieme a una cronologia dettagliata dei dati della tua vita, spingendoti verso azioni e attività, prodotti e servizi, persino opinioni politiche.
 
E no, non saranno come i rozzi chatbot di oggi, ma personaggi incarnati che arriverai a pensare come figure fidate nella tua vita - un mix tra un amico familiare, un consulente utile e un terapeuta premuroso. Eppure, il tuo elfo ti conoscerà in modi che nessun amico potrebbe mai fare, perché monitorerà tutti gli aspetti della tua vita fino alla pressione sanguigna e al tasso di respirazione (tramite il tuo fidato smartwatch).
 
Sì, questo suona inquietante, motivo per cui i fornitori di piattaforme li renderanno carini e non minacciosi, con caratteristiche e manierismi innocenti che sembrano più un personaggio magico nella tua "avventura di vita" che un assistente a misura d'uomo che ti segue in giro. Questo è il motivo per cui uso la parola "elfo" per descriverli, in quanto potrebbero apparirti come una fata che si libra sopra la tua spalla o forse un gremlin o un alieno - un piccolo personaggio antropomorfo che può sussurrarti all'orecchio o volare davanti a te per attirare l'attenzione sulle cose nel tuo mondo aumentato su cui vuole che tu ti concentri.
 
È qui che diventa particolarmente pericoloso: senza regolamentazione, questi facilitatori di vita saranno dirottati da inserzionisti paganti, prendendo di mira te con maggiore abilità e precisione di qualsiasi altra cosa sui social media di oggi. E a differenza degli annunci di oggi, questi agenti intelligenti ti seguiranno in giro, guidandoti attraverso la tua giornata e facendolo con un sorriso carino o una risata ridacchiante.
 
Sei pronto a questa #virtuallife?
 
Massimiliano De Cinque #DigitalSherpa

 

venerdì 3 settembre 2021

Bonus TV

 

L’incentivo “Bonus TV” annunciato il ministro Giorgetti si rivolge a tutti i cittadini, esso infatti non prevede limiti Isee, discostandosi dai precedenti incentivi che prevedevano dei limiti tra i beneficianti.

Bisogna fare chiarezza su un aspetto: il MISE ha annunciato che lo switch-off avverrà a partire dal 1 Gennaio 2023, in 2 step, prima il passaggio dalla codifica mpg2 a mpg4, poi l’adozione dello standard DVB-T2 H265/HEVC a 10bit

Se da un lato, il bonus TV preveda un’agevolazione sulla rottamazione di tutti gli apparecchi televisivi acquistati prima del 22 dicembre 2018 (con sconti del 20%, fino a 100 euro), dall’altro lato in molti si chiedono se ne valga davvero la pena, questo incentivo produrrà una montagna di rifiuti elettronici stimato in 30 milioni di apparecchi (fonte QuiFinanza) allontanandoci dagli obiettivi fissati nel Carbon Neutral per il 2050, l’emergenza climatica non è uno scherzo.

Il problema è che i rifiuti elettronici sono in continua crescita, le stime parlano di oltre il 30% da qui al 2030 e incentivare la sostituzione di apparecchi ancora funzionanti sembra una assurdità, soprattutto quando viene motivata come azione a tutela dell’ambiente e promozione dell’economia circolare, in netto contrasto con il diritto alla riparabilità entrato in vigore da marzo in Europa che mira a limitare l’obsolescenza programmata e a ridurre l’impatto ambientale.

In questo caso si è andati oltre, non si aspetta neanche la prematura dipartita dei dispositivi, ma si incentiva a cambiarli ancora funzionanti, contro ogni logica di #sostenibilità.

Siamo ben lontani dai tempi in cui un elettrodomestico durava decine d’anni e le riparazioni erano giustificate dai costi dei dispositivi di allora, oggi viviamo nell’epoca dell’usa e getta a tutto vantaggio dei produttori. Considerato che ormai l’elettronica di consumo è per lo più asiatica, mi chiedo che interesse ha la nostra politica a incentivare le vendite piuttosto che investire denaro in un “Bonus riparazione” contribuendo a creare nuovi posti di lavoro, favorendo la ripresa economica nel nostro Paese, in particolare nei settori delle 4R (riusa, riduci, ripara, ricicla).

A proposito di riciclo, non bisogna dimenticare che seppur consenta una economia circolare, questa pratica ha anch’esso un impatto sull’ambiente, meglio promuovere uno stile di vita che riduca la produzione di rifiuti, scegliendo il riuso come alternativa al nuovo. Il mercato dei ricondizionati è un’ottima soluzione che garantisce ottimi prodotti a costi contenuti, riduce lo sfruttamento delle risorse del Pianeta e genera lavoro sul territorio.

Il riuso è senza dubbio la forma meno inquinante delle 4R, una filosofia che ho adottato da anni nel contesto dei dispositivi informatici, inoltre consente di trasformare un problema in opportunità, basti pensare che un computer sottratto alla piazzola ecologica può essere uno strumento importante per le molte famiglie che ne sono sprovviste, in particolare per chi ha figli in età scolastica. Nel periodo Covid il 40% delle famiglie italiane con almeno due figli non è riuscita a fornire loro gli strumenti necessari per la #dad. Nello stesso periodo ho ricollocato circa 170 dispositivi, regalandoli a famiglie e associazioni del territorio. Le richieste non sono diminuite.

Torno a parlare dei televisori perché molti li cambieranno nei prossimi mesi e il suggerimento che mi sento di dare è di impiegarli come monitor per il computer, non buttateli, piuttosto contattatemi, li riutilizzerò nel sociale come continuo a fare da oltre un decennio.

Massimiliano De Cinque